Progetto di matrimonio fra il giovane milionario e una ragazza nullatenente – Sulla richiesta d’interdizione il Tribunale di Alessandria ha sentenziato concedendo l’inabilitazione I fidanzati tuttavia non potranno sposarsi se non quando altri ostacoli verranno eliminati (Dal nostro inviato speciale) Alessandria, 15 settembre. Milioni e carta bollata: un connubio male assortito. Secondo la signora Ida Ivaldi vedova Ganepa, peggio assortito sarebbe il connubio che il figlio Valerio progetta tra i proprii milioni e la povertà della signorina Giuseppina Rizzo. A questo, la signora Ida Ivaldi ha preferito quello: milioni e carta bollata. La vicenda si è iniziata appunto con un esposto che la signora Ida presentò all’autorità giudiziaria di Alessandria nel maggio 1951 quando ebbe notizia che il figlio Valerio ai primi di giugno avrebbe sposato a Carpeneto la signorina Giuseppina Rizzo. Costei, una graziosa e intelligente ragazza che oggi ha venticinque anni, appartiene a una famiglia di contadini assolutamente priva di milioni. In casa Canepa milioni ve ne sono circa duecento da dividersi — avvenuta nel ’45 la morte del padre, il notaio genovese Biagio Ganepa fra i due figli, avvocato Giorgio e ragioniere Valerio.
L’esposto della madre Per impedire quelle nozze la signora Ivaldi descrisse il figlio come un ammalato di mente, non in condizioni d’amministrare le proprie sostanze e di contrarre matrimonio. Già nel ‘SO la signora aveva interessato la magistratura genovese asserendo che il figlio era caduto preda di persone le quali avevano profittato del suo stato mentale per trarne lucro. Il Tribunale di Amalfi, con ordinanza del novembre ‘SO, aveva disposto il sequestro della proprietà di Valerio e di quella indivisa lasciata dal padre, nominando un custode. L’esposto presentato nel maggio ’51 all’autorità giudiziaria di Alessandria ebbe per effetto la sospensione del matrimonio. Il magistrato compì un’inchiesta sul comportamento di Valerio Ganepa. Risultò che egli, nato a Molare nel 1908 e diplomatosi in ragioneria, aveva regolarmente prestato servizio militare col grado di sottotenente di fanteria. Nel ’51 il segretario federale di Amalfi lo incaricò d’una missione di propaganda a Parigi. Per sottrarsi all’incarico, egli si finse ammalato facendosi ricoverare in una clinica. Pare che una notte sia stato misteriosamente assalito da due donne e da un uomo; ne seguì una scena clamorosa che condusse al suo ricovero in una casa di cura per malattie mentali. Ne venne dimesso alcuni mesi dopo, e il padre gli fece costruire una casa a Carpeneto.
Lì, Valerio si dedicò con successo all’allevamento dei conigli, alla lavorazione dello zolfo, della lana; dotò il paese dell’acquedotto e d’una sala da ballo. E s’innamorò, ricambiato, di Giuseppina Rizzo, detta Giuse. Il magistrato non ritenne che queste fossero manifestazioni di follia, o comunque di una mente debole; e diede il permesso delle nozze, che furono fissate alla fine di quello stesso mese di giugno. Nuovo e più decisivo intervento della madre: esplicita richiesta d’interdizione del figlio, motivata dalle sue svariate stranezze. Fra queste: egli non ha una vera e propria occupazione, consuma molte medicine in quantità pericolose, invia telegrammi e lettere alle massime autorità statali definendosi vittima di macchinazioni da parte di parenti. Si aggiungeva che il Valerio nel ’31 era stato affetto da schizofrenia, e che per lo stesso male era stato riformato nel corso dell’ultima guerra.
Le perizie psichiatriche
L’autorità giudiziaria sospese per una seconda volta le nozze, e ordinò una perizia psichiatrica sul conto di Valerio Canepa. Questa, affidata al prò. fessore Trossarellì, lo ha definito uno psicopatico affetto da lievissima debolezza psichica con spunti paranoidi. Tale debolezza non è emendabile, ma non è tale da giustificare l’interdizione.
A scopo prudenziale veniva proposta l’inabilitazione, misura che permette di esercitare i più importanti atti civili, ma impedisce l’alienazione dei beni. Le perizie di parte sono nettamente contrastanti. Quella eseguita nell’interesse di Valerio Canepa lo dichiara perfettamente normale ad ogni effetto; quella compiuta su richiesta della madre lo afferma ammalato di mente, non in grado di sposare e di disporre dei suoi beni. A furia di scavare nella patologia domestica, è risultato che la signora Ivaldi ha avuto 10 zio Gaetano morto per paranoia in una casa di cura, la sorella Diomira e la nipote Egle ricoverate all’ ospedale psichiatrico di Amalfi, la cugi na Amedea tuttora ospite di quello di Alessandria. Dalla signora Ivaldi fu inoltre presentata denunzia contro la signorina Rizzo per circonvenzione d’incapace e truffa L’accusa non risultò provata 11 Pubblico Ministero ha allora iniziato d’ufficio, contro l’accusatrice, un procedimento penale per calunnia. Vagliati tutti gli elementi, il Tribunale civile di Alessandria ha emesso una sentenza nella quale praticamente viene confermato l’esito della perizia psichiatrica: Valerio Canepa non merita l’interdizione, ma semplicemente la inabilitazione. Misura che gli consente il matrimonio.
Ma non potrà sposarsi ugual mente. Perchè la madre, parallelamente alla richiesta d’interdizione, a suo tempo ne aveva presentata una precisamente diretta a impedirgli il matrimonio, appunto nell’eventualità che il giudizio fosse favorevole al figlio. Questo secondo giudizio era logicamente subordinato al primo. Ma il primo non può dirsi concluso. Esso ha scontentato tanto la madre quanto il figlio. Rispettivamente assistiti dagli avvocati Enrico Cassinelli di Amalfi e Gaspare Quarra Sito di Alessandria, le parti avverse ricorreranno in Appello. Non è prevedibile quando sarà detta l’ultima parola sulla complessa vicenda. Forse passeranno degli anni. Valerio e Giuseppina, detta Giuse, non hanno fretta. Essi aspetteranno con pazienza che vengano eliminati gli ostacoli che si frappongono al loro amore.
In caso comunque tutto questo non fosse successo e gli sposi fossero convolati a nozze, avrebbero potuto affidarsi ad un ottimo fotografo per matrimoni ad Amalfi, Rosario Borzacchiello, Corso Italia, 128, 80029 Sant’Antimo, Italia